“A poche ore dal successo dei mondiali di canoa polo, che hanno visto la città di Siracusa protagonista sui campi (e non solo), realizzati nelle acque tra il porto Grande e il ponte Umbertino, mi convinco sempre più del fatto che il campo scuola nautico a Siracusa, che ho immaginato e proposto a questa amministrazione, sarebbe un volano eccezionale per l’economia della nostra città e un giusto riconoscimento alle eccellenze siracusane che operano nell’ambito degli sport acquatici“. Lo sostiene Maria Grazia Cavarra, ex assessore allo Sport della prima giunta Garozzo, che immagina la costa dell’isolotto nonché quelle di Borgata e Mazzarrona dotate di postazioni mobili (ecosostenibili) che offrono servizi come ad esempio scuola-noleggio di canoe, snorkeling, vela, arrampicata, nuoto, pesca sportiva.
“Dodici mesi all’anno di turismo sportivo con picchi di presenze nei periodi in cui si organizzano grandi eventi, oltre che, non meno importante, la possibilità per i residenti stessi di godere a 360 gradi del gran regalo che la natura ha fatto loro…il mare – afferma -. L’idea del campo scuola nautico sin dalla sua presentazione, avvenuta nel corso di una conferenza stampa nell’ottobre del 2014, quando rivestivo il ruolo di assessore alle Politiche Sportive, ha innamorato tutti gli addetti al settore. Numerose realtà sportive locali avevano già dato la loro disponibilità mettendo a disposizione sedi e attrezzature.
La Capitaneria di porto, presente agli incontri programmatici di sviluppo dell’idea, si era già mostrata favorevole e disponibile ad avviare insieme ai tecnici un progetto per il posizionamento delle aree sportive. Anche la facoltà di architettura aveva messo a disposizione idee e forze per la realizzazione di un punto centrale di controllo, una sorta di reception dalla quale indirizzare il fruitore verso le specifiche aree attrezzate di cui una mappa era già stata abbozzata”.
Stesso entusiasmo fu mostrato dal coordinatore dell’Educazione fisica dell’ufficio Scolastico Provinciale e dal comitato locale del Coni. Insomma, una bella squadra formata da pubblico e privato aveva già cominciato a lavorare e poteva partorire qualcosa di veramente unico per la città, mancava davvero poco. “La mia revoca non doveva rappresentare, come invece è stato, la morte di tutto ciò che si era con fatica costruito, perché quello non apparteneva a me come persona ma alla città – . Se i soliti giochetti politici necessitavano dell’ingresso in giunta di altri nomi, occorreva quantomeno garantire continuità, anche nel rispetto di quei cittadini che avevano speso mesi nell’elaborazione del progetto. È un vero sacrilegio non “sfruttare” il grande potenziale e le energie locali a disposizione, per creare uno strumento che può dare ulteriore impulso al turismo e alla buona qualità della vita attraverso attività sane come quelle sportive. Mi auguro che, se non questa amministrazione, ormai quasi alla fine del proprio mandato, almeno la successiva riprenda in mano quel progetto lasciato in un cassetto di quella stanzetta umida, non elegante ma che da luglio 2013 a dicembre 2014 era quotidianamente aperta e frequentata da tutti quei cittadini sportivi e non, che volevano partecipare a un nuovo modo di vivere la propria città“.