Se fate una ricerca su Google (o su un qualsiasi altro motore di ricerca) sull’utilità del casco in bicicletta rischierete di imbattervi in articoli che potrebbero lasciare perplessi chiunque abbia un po’ esperienza ciclistica. Questo articolo, allora, non è tanto rivolto ai ciclisti abituali, tra i nostri lettori le idee sono abbastanza chiare e già manifestate in passato senza dubbi.
C’è però un popolo di ciclisti che cresce, non solo chi fa agonismo, che rischia di essere fuorviato da affermazioni (ne sono circolate in passato) per cui il casco servirebbe solo a chi corre (quindi fa ad una certa velocità) perché andando piano l’impatto non sarebbe poi così violento.
Niente di più sbagliato invece. E lo dimostra la caduta ormai passata alla storia, dell’ultimo Giro delle Fiandre. Sagan cade, secondo la dinamica ormai accertata, e sapientemente lascia che sia il manubrio a subire l’impatto maggiore. Nonostante la velocità non sia eccessiva in quel tratto, però, lo vediamo andare giù pesantemente con la testa a picchiare a terra. Una botta che non lo lascia indifferente, tant’è che ci mette qualche secondo ad alzarsi, evidentemente stordito. Senza casco le conseguenze sarebbero state decisamente pesanti. Nel video e nel rallenty che vi sottoponiamo è evidente la violenza dell’impatto.
L’evidenza non lascia spazio a dubbi e dire il contrario sarebbe disonesto. Così come dire che “in bicicletta ci si fa male anche in altri modi e con ferite che non interessano solo la testa”. Ok, vero. Ma questo non toglie nulla all’efficacia e alla necessità del casco, ovviamente che va indossato sempre.
Sì, è vero, ci stiamo ripetendo. Ma se ci leggerà anche solo una persona in più che dopo aver visto questo video deciderà di indossare il casco, vuol dire che questo articolo sarà servito a qualcosa.
Fonte http://www.cyclinside.it