
I Play Off promozione sono l’atto finale del campionato di A2: il momento più importante, il coronamento di una stagione impegnativa, fatta di dieci mesi di duro allenamento.
Le otto squadre che, nei due gironi, hanno saputo conquistarsi la chance di confrontarsi per l’A1, meritano attenzione, rispetto, professionalità. Così le società, che hanno investito, spesso a costo di sacrifici personali.
Il clima deve essere quello di una vera e propria festa dello sport: fatto di lealtà, colore, suoni, odore di cloro, bandiere. Insomma, di tutti quegli ingredienti che rendono il nostro sport unico e meraviglioso e che lo distinguono dagli altri.
Sia chiaro: l’agonismo, la grinta ai limiti dell’aggressività, la voglia di vincere in acqua, come di gioire in tribuna, sono elementi essenziali, forse persino doverosi.
Tuttavia, al di là del fair play cui tutti dovremmo tendere, esistono anche le regole, per il rispetto delle quali vengono designati due signori in maglietta azzurra: gli arbitri.
Questi signori meritano tutto il nostro rispetto ed il nostro grazie; senza di loro, non potremmo coltivare la nostra più grande passione: il gioco della pallanuoto.
Tuttavia, nel momento in cui si alza la posta in palio e si tirano le somme di una stagione di sacrifici, la competenza e l’esperienza degli arbitri diventano ingredienti indispensabili, tanto quanto la preparazione tecnica ed atletica delle squadre.
È accaduto, così, che per l’incontro di ritorno tra Quinto e C.C. Ortigia siano state designate due persone rispettabilissime, sia chiaro, ma probabilmente non all’altezza del match.
Succubi del clima infuocato, creato ad arte sugli spalti, i due arbitri hanno subìto la pressione ambientale (l’incontro è stato anche a tratti sospeso per le intemperanze del pubblico), finendo per penalizzare oltre misura la squadra ospite, che ha subito l’espulsione definitiva di ben cinque giocatori, riducendosi a schierare per quasi tutto il quarto tempo, il secondo portiere Negro, come giocatore d’attacco. Due brutalità, una su Puglisi ed una su Danilovic, non sono state rilevate, nonostante entrambi i giocatori, dopo l’incontro, abbiano dovuto recarsi in ospedale per cure ed accertamenti.
Quale sia la logica, secondo la quale – ormai concluso il campionato di A1 – non vengano designati per questi incontri degli arbitri di provata esperienza e di carattere, non è dato intuire. Ci sono ben altre partite, nel corso della stagione, per far crescere i giovani fischietti; ma per gli incontri che valgono l’intera stagione, ci vogliono degli arbitri importanti.
Nei tratti in cui ieri si è giocato a pallanuoto, si è vista la differenza tecnica tra le due squadre.
Sta al designatore decidere, per il prosieguo dei Play Off, se si intende prediligere il gioco della pallanuoto o la violenza. Se, come tutti auspichiamo, la domanda è retorica, ci aspettiamo designazioni all’altezza della posta in palio già per mercoledì.