“Nessuno deve saperlo”: rivelazione sul litigio con Jannik Sinner. Le parole sul numero uno del mondo che spiazzano i tifosi
Jannik Sinner è tornato in campo. È ripresa la preparazione a pieno regime del numero uno del mondo: da questa settimana, infatti, il tennista italiano ha potuto ricominciare gli allenamenti sul campo con racchetta e palline. Verso il rientro sulla terra rossa di Roma, l’altoatesino ha condiviso il campo con l’amico Jack Draper, attuale numero 6 del mondo.
Dopo la sua intervista rilasciata nelle scorse settimane a ‘Sky Sport’, rompe il silenzio anche Simone Vagnozzi. Il coach di Sinner, a ‘La Repubblica’, ha rivelato: “Stiamo bene. Staccarci dal tennis per un po’ di settimane non ci ha fatto male. Il circuito è una giostra che continua ad andare, ci sono poche pause. Quando sei in cima ti viene richiesto il 100 per cento ogni settimana. Il tennis è una metafora della vita. Richiede capacità di adattamento in circostanze sempre nuove. Palline, superfici, continenti diversi. Noi non potevamo far altro che accettare quello che sarebbe arrivato, cercando di tirare fuori il meglio da questo stop”.
L’allenatore marchigiano ha anche raccontato i momenti di tensione avuti con il tre volte campione Slam: “Litigi non ce ne sono mai stati. Abbiamo avuto confronti, anche accesi. Mi ricordo il Roland Garros del 2023, secondo turno contro il tedesco Daniel Altmaier. Bisogna capire la tensione del giocatore, lì ho notato che pur avendo lottato fino alla fine si è molto lamentato, il body language era negativo. L’avversario ne ha approfittato”.
Vagnozzi svela: “Nessuno deve saperlo”. L’aneddoto su Jannik Sinner
“Nel tennis è importante non dare segnali, nessuno deve sapere cosa provi – ha svelato Vagnozzi – nessuno deve sapere cosa proviamo noi. Quando scendiamo in campo indossiamo quella che io chiamo “poker face”. Abbiamo parlato a lungo di quell’episodio, non è più successo di vederlo così”.
In conclusione, il coach ha anche parlato del suo rapporto strettissimo con l’attuale numero uno della classifica ATP: “Viviamo insieme 24 ore al giorno in certi periodi dell’anno, è normale instaurare un rapporto che va oltre la professione. Ma serve equilibrio, è fondamentale non diventare troppo amici, perché l’amicizia impedisce di prendere decisioni importanti ma necessarie”.
“È un compromesso dove non può prevalere l’aspetto tecnico – ha raccontato Vagnozzi – serve empatia. Siamo persone. Sacrifichiamo tanto, 35 settimane all’anno in giro per il mondo. Ma c’è una gioia profonda nell’aiutare qualcuno a raggiungere i propri traguardi”. Il conto alla rovescia per il ritorno in campo di Jannik Sinner è già iniziato.