
Formula 1 nel caos: si è dimesso per protesta - Siracusasport.it (screen Youtube)
Il Mondiale di Formula 1 2025 è cominciato con un mix di conferme e sorprese, dentro e fuori dai circuiti. Mentre la Ferrari zoppica vistosamente, un altro scossone scuote il mondo dell’automobilismo.
Dopo tre appuntamenti, la Red Bull si è confermata una forza dominante, con Max Verstappen tornato al successo a Suzuka e pronto a riprendersi la scena, nonostante qualche sbavatura strategica nei primi GP. La vera rivelazione è stata la McLaren, velocissima fin dai test e già in grado di infastidire le big con continuità. In mezzo, una Ferrari ancora lontana dalla forma sperata: la SF-25 non convince, né in termini di ritmo né di affidabilità, e i risultati di Leclerc e Hamilton parlano chiaro. Il podio resta un miraggio, e la pressione comincia a salire.
Ma le turbolenze non si fermano alla pista. La FIA è al centro di una bufera sempre più densa, iniziata con l’irrigidimento del regolamento sulla flessibilità delle alette posteriori — misura che ha scatenato proteste da parte di diverse scuderie. Ora però la situazione è degenerata: nelle ultime ore sono arrivate dimissioni eccellenti, non da parte di un pilota o di un team principal, ma di un alto dirigente della Federazione. Un terremoto politico che rischia di lasciare il segno sull’intera stagione.
Terremoto FIA, Reid si dimette
Il terremoto in casa FIA ha un nome e un cognome: Robert Reid. Il vicepresidente per lo sport della Federazione Internazionale dell’Automobile ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato, motivando la sua decisione con parole durissime: “un crollo degli standard di governance”. Reid, figura chiave nel governo dell’automobilismo mondiale, era in carica dal 2021 e il suo addio scuote profondamente gli equilibri politici della Federazione, già sotto pressione dopo mesi di tensioni interne e contestazioni esterne. Nel suo messaggio, indirizzato direttamente al presidente Mohammed Ben Sulayem, Reid ha manifestato il proprio dissenso per “decisioni critiche prese senza un giusto processo”, lasciando intendere che il processo decisionale all’interno della FIA abbia subito una deriva autoritaria sotto la gestione dell’attuale presidente.

Il riferimento, seppur implicito, sembra alludere alle recenti riforme strutturali introdotte da Ben Sulayem, che hanno trasformato radicalmente il modello organizzativo federale. La decisione di Reid non è solo un segnale di frattura ai vertici, ma anche un campanello d’allarme per i team, già in aperta contestazione per la nuova normativa sulla flessibilità aerodinamica. In un paddock sempre più teso, la FIA si trova ora senza uno dei suoi uomini più esperti, nel momento in cui avrebbe avuto maggior bisogno di stabilità e autorevolezza.