
Oggi la “Giornata Azzurra” per l’incontro in programma sabato 4 febbraio alle ore 14:30 tra Siracusa e Juve Stabia. E’ giunto il match tanto atteso dalle due tifoserie. Siracusa e Juve Stabia torneranno a sfidarsi al Nicola De Simone. Un gemellaggio tra i supporters che dura dal 1984. Sabato sarà uno spettacolo, sarà una festa sugli spalti e una battaglia in campo.
NICOLA DE SIMONE – Alle 8 della mattina del 30 maggio 1979, si è spento nel lettuccio della saletta di rianimazione dell’ospedale Cardarelli di Napoli, il calciatore del Siracusa Nicola De Simone. Il decesso è avvenuto dopo diciassette giorni di coma. Lascia la giovanissima moglie Adriana che aspetta un bambino, un figlio che purtroppo Nicola non conoscerà mai. E’ questa la notizia che rimbalza in tutti gli ambienti calcistici di Italia, sgomento, rabbia, indignazione è tutto quello che si prova. L’incidente si verificò nel corso della partita Palmese-Siracusa del 13 maggio 1979. Correva il 13′ del primo tempo, un cross dalla sinistra, il pallone giungeva in area siracusana, ad altezza d’uomo, cercano di intercettarlo De Simone, l’attaccante palmese Ferrari e Favero. De Simone, voleva spedire il pallone in calcio d’angolo, ma Ferrari cerca di effettuare una mezza giravolta per spedire la sfera in rete, colpendo in pieno viso con tutta la forza e la rabbia lo stopper azzurro, che stramazza al suolo privo di conoscenza. Nicola De Simone è morto così, per un calcio in testa, cioè per un atto di violenza che per altro è previsto come tale anche dal regolamente e per il quale l’intervento arbitrale è prescritto in funzione preventiva e in funzione punitiva. E’ morto perché la partita venne impostata dalla Palmese sul binario della violenza, usata come mezzo unico per neutralizzare la prevista superiorità tecnica del Siracusa. Dicano quel che vogliono a Palma Campana, ma questo morto innocente prevarrà sulle loro coscienze per tutta la vita, e sulla coscienza pure di un arbitro il signor Ronchetti di Modena, che non seppe intuire e quindi non seppe prevenire gli atti intimidatori prima della partita. Si tratta di un assassinio, senza nome, perché sarà difficile stabilire se il colpo infetto da Ferrari era volontario, un assassino maturato in un clima di persecuzione e intimidazione, e le responsabilità maggiori. Ai familiari, agli sportivi non resterà invece che compiangere quel povero ragazzo, che hanno avuto strappato in modo così disumano. Nel mese successivo viene messa in atto un’azione della FIGC, il deferimento alla disciplinare dell’allenatore della Palmese, Soviero. Ecco quanto aveva dichiarato prima della partita e subito dopo: “La Palmese, deve stroncare il Siracusa, per continuare a sperare di raggiungere la salvezza, ai ragazzi ordinerò di non badare al sottile, voglio una gara vibrante, anche violenta, purché sia vittoria”.
Ed ecco le dichiarazioni dello stesso tecnico a fine gara: “Abbiamo giocato duro, ma era l’unica arma a nostra disposizione. I giocatori di calcio sono pagati anche per prendere calci. A Siracusa siamo stati sconfitti per merito di un arbitro che ci aveva danneggiati con un rigore inventato, così abbiamo vinto oggi. Non credo quindi che dall’altra parte possano lamentarsi poi tanto”.
Sconcertanti e incredibili dichiarazioni, a distanza di 32 anni (ora 38 anni ndr) c’è una famiglia che ancora aspetta giustizia.
Nicola De Simone, fu portato a Siracusa grazie alle buone referenze avute da Giusto Lodi, due anni prima, dalla Juve Stabia, società in cui era cresciuto calcisticamente essendo nato proprio a Castellammare.
Ragazzo serio, vero professionista, fortissimo sull’uomo, un fior d’atleta e un fior di ragazzo, dolce e signorile, sempre ligio al dovere, svolgeva i suoi compiti in campo con correttezza e impegno in pari misura, severo nella marcatura dell’avversario, mai un atteggiamento estroso, mai un’impennata aggressiva. A lui sarà intitolato lo stadio di Siracusa, il vecchio Vittorio Emanuele.
Fonte: I veri leoni vincono sempre